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Canzone per Giulio | Kumbaya, my love

by Gerardo Attanasio

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1.
Partisti per passione Conoscere, capire un mondo Forse indegno del tuo amore E certo lo sapevi che ci si può far male, che la fiducia è un bene da dosare ma questa verità è un piccolo pensiero che non s’attaglia a un animo guerriero: paura, diffidenza, panico e sgomento non sono cose da tenere in conto. Partisti perché è giusto Supporre, costruire Un futuro Che sia bello da inseguire E mettersi d’impegno, Non risparmiare cuore, Lasciando ad altri il fumo Di parole… Ma questo è un posto strano In cui non ti conviene Eccellere, scalzare le barriere … e c’è una cosa ancora che non è digerita: qui la mediocrità salva la vita. La storia va al di là Dell’anima di ognuno rimescola ostinata Le carte di ciascuno Si serve delle vite Di singole persone Per intrecciare trame Che chiami confusione Partisti per seguire Il filo di un’idea Che illuminasse a giorno Le ombre della sera. Andasti per cercare La giusta soluzione Ma ad aspettarti in fondo Nient’altro che dolore. Serene, indifferenti bruciavano le stelle sui lividi segnati sulla pelle. Epilogo tremendo: calunnie e poi rancore, l’autografo meschino Del potere. La storia va al di là Dell’anima di ognuno rimescola ostinata Le carte di ciascuno Si serve delle vite Di singole persone Per intrecciare trame Che chiami confusione. Chissà dov’era Dio quando sulla tua faccia picchiava tutto il male battendo come pioggia. Chissà dov’ero io Come tant’altra gente a correre distratto vigliacco, indifferente.
2.
I campi di cotone fiorivano di neve sgranata da infinite mani nere. L’uomo era spaccato da tutta la fatica dal peso di una vecchia legge iniqua. Malgrado la catena quel figlio di nessuno viveva confidando nel futuro. La donna lo sentiva cantare sotto il sole fra gli altri che lodavano il Signore. Il peso delle cose sembrava più leggero da quando lo incrociò sul suo sentiero e maggio li sorprese a sorridersi negli occhi sfiorandosi per pochi istanti enormi. Aversi su di un prato nel buio della notte nascosti da infinite rose rosse Sognavano di amarsi, un giorno poi chissà… padroni della loro libertà. Il loro amore nasceva come un fiore di campo che non sente confini dello spazio e del tempo; si nutriva di luce senza chiedere niente: un amore importante che paura non sente. Uniti nel segreto di nozze clandestine nascosti sotto gli occhi del padrone passarono degli anni a volersi bene, a sopportare tutto sempre insieme. E lui le sussurrava “Se ti potessi amare Come solo chi è libero può fare io ti regalerei tutt’un altro destino, finché non morirei con te vicino, finché non morirei t’avrei vicino.” Il loro amore cresceva come un albero alto che non teme le piogge e la furia del vento, si nutriva di luce senza chiedere niente: un amore importante che paura non sente. Infine venne il giorno In cui lui fu venduto, Ad un nuovo padrone destinato. Nascosti sopra un treno coperti dalla notte tentarono la fuga per tre volte. Ma svelti gli speroni Degli avidi negrieri gli tolsero speranze e desideri. La frusta sibilava schioccando sulla carne fino a lasciare a terra l’uomo esangue, fino a lasciare a terra l’uomo esangue. Il loro amore moriva Come un fiore di campo Che punito dall’odio Fu reciso anzitempo, si nutriva di luce senza chiedere niente: un amore importante che paura non sente, un amore che è grande come un fiore insolente.

about

Testo e musica: Gerardo Attanasio
Prodotto al Blue bell project studio da Gerardo Attanasio
Mastering: Antonio Ruggiero

credits

released March 8, 2018

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about

Gerardo Attanasio Naples, Italy

I'm an Italian songwriter and producer from Napoli area. My first album is Vivere lento (2009), the second one is I canti dell'ontano (2014). In 2015 I wrote Amar perdona, a single about the greatest Italian poet's lyrics, Dante Alighieri, awarded with the important Premio Lunezia. The following album, Terraferma (2019), dedicated to some modern myths of my places. ... more

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